Un ragazzo dall’aria spaesata, il volto giovane e lo sguardo perso, che bussa al finestrino del treno chiedendo se quella sia la carrozza giusta per Milano. Un gesto che sembra innocente, quasi a richiedere aiuto. Ma è il primo atto di un piano studiato nei dettagli: pochi secondi dopo, mentre la fotografa Nima Benati prova a rassicurarlo, un complice si avvicina alle sue spalle, afferra il bagaglio a mano e sparisce tra la folla della stazione di Bologna.
All’interno di quella borsa Louis Vuitton, sistemata poco prima sulla cappelliera, c’era un tesoro: gioielli con diamanti, borse Chanel e accessori di lusso per un valore stimato di circa 100mila euro. Un colpo fulmineo, consumato nel caos di un binario dell’Alta Velocità, che ha lasciato la 33enne sconvolta e senza parole.
Chi è Nima Benati
Originaria di Bologna, classe 1992, Nima Benati è tra le fotografe di moda più richieste a livello internazionale. I suoi scatti hanno firmato campagne per marchi come Dolce&Gabbana e Guess, e i suoi ritratti sono apparsi sulle copertine di Vogue e di altri magazine di prestigio. Oltre 800mila follower la seguono su Instagram, dove racconta viaggi, backstage e progetti creativi. E in quel viaggio stava tornando a Milano, dove vive, dopo un incarico all’estero.Il furto è avvenuto giovedì pomeriggio, poco dopo che Benati era salita sul treno. Il giovane si è avvicinato al finestrino, parlando un italiano incerto, fingendo di cercare conferma sulla destinazione. “Aveva lo sguardo perso, sembrava spaventato. Ho pensato di aiutarlo e ho preso il telefono per scrivergli un messaggio”, racconta.
Proprio in quel momento, il complice – descritto come un uomo giovane, ispanico, probabilmente peruviano – ha agito: ha preso il bagaglio e si è dileguato, sfruttando la distrazione della fotografa. Solo all’arrivo a Milano, Benati si è resa conto di essere stata derubata. “Ho perso tutto per un motivo così stupido. Mi sono sentita vuota e ho avuto un attacco di panico”.
Le indagini
La denuncia è stata presentata subito alla Polfer di Milano, mentre la polizia ferroviaria di Bologna ha già iniziato a passare al setaccio le immagini delle oltre 200 telecamere della stazione. L’obiettivo è ricostruire i movimenti dei due sospetti e identificarli.Un piccolo spiraglio sembrava aprirsi quando Benati si è ricordata di aver lasciato nel bagaglio anche le sue AirPods, geolocalizzabili tramite smartphone. Il segnale le ha portate fino alla zona della Bolognina, vicino al Dopolavoro Ferroviario. Sul posto sono arrivati gli agenti, ma delle cuffie – e del resto della refurtiva – non c’era più traccia.
Per la fotografa, ora, resta l’attesa. La speranza è che le telecamere e le eventuali testimonianze portino presto a un’identificazione certa dei responsabili e, magari, al recupero della refurtiva. Ma nei casi di furto di beni di lusso, il tempo gioca spesso a sfavore delle vittime: i canali criminali sono rapidi nel “ripulire” il bottino e farlo sparire all’estero.
Nima Benati non si è limitata a denunciare il furto alle autorità: ha raccontato l’episodio anche ai suoi follower su Instagram, invitando alla prudenza. “State attenti, mi raccomando” ha scritto in una storia, ricevendo centinaia di messaggi di solidarietà ma anche segnalazioni di episodi simili vissuti da altri passeggeri.
I furti nelle stazioni ferroviarie
Secondo dati della Polizia Ferroviaria, le grandi stazioni italiane – Milano Centrale, Roma Termini, Napoli Centrale e Bologna – sono punti critici per i reati predatori. Nel 2024, sono stati registrati oltre 3.500 furti solo nelle aree ferroviarie ad alta frequentazione. Molti avvengono sui binari o a bordo dei treni, altri nelle aree commerciali o nelle sale d’attesa. Gli autori, spesso, sono gruppi itineranti che si spostano rapidamente tra città e regioni, rendendo più complesso il lavoro investigativo. Colpiscono in momenti di grande affluenza – ponti, festività, orari di punta – quando la folla rende difficile individuare movimenti sospetti.
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