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Massimo Boldi: "Devo tutto a Bettino Craxi. Berlusconi? Dopo la lite mi regalò due miliardi e mezzo di lire" L'attore ricorda l'incontro con il politico che gli presentò il fondatore di Canale 5: "Mi disse: 'Questo signore farà una televisione e tu lavorerai con lui'. Era Silvio Berlusconi" -- Massimo Boldi: "Devo tutto a Bettino Craxi. Berlusconi? Dopo la lite mi regalò due miliardi e mezzo di lire"

 

a ricordato il grande amore per l'indimenticabile moglie Marisa, la giovinezza vissuta con i genitori gestori di una latteria a Milano, gli inizi di una carriera che di recente, alla Festa del Cinema di Roma, è stata celebrata con un premio speciale per l'Arte della Comicità italiana: intervistato da Giovanni Terzi per il settimanale Gente, Massimo Boldi ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita privata e professionale, compreso l'incontro più importante che ha segnato una vera svolta lavorativa.

L'incontro con Craxi

Boldi ha raccontato che all'inizio della sua carriera suonava la batteria in un gruppo insieme a Claudio Lippi e iniziarono a frequentare il Derby, noto locale milanese dove si sperimentava musica e comicità, frequentato da personaggi provenienti dagli ambienti più diversi: "Da Ornella Vanoni a Francis Turatello (criminale molto noto in quel periodo per le rapine e i sequestri, ndr), passarono tutti, anche i politici", ha raccontato Boldi. E proprio tra questi ultimi c'era anche Bettino Craxi: "Io devo tutto a Craxi", ha confidato, "Una sera del 1977 mi fece esibire a casa sua, in via Foppa (...) Alla fine della cena Bettino mi presentò uno degli ospiti: Questo signore farà una televisione e tu lavorerai con lui'. Era Silvio Berlusconi che l'anno seguente lanciò Telemilano 58 da cui sarebbe nato Canale 5".

La lite con Berlusconi e i due miliardi di lire regalati

Massimo Boldi ha ricordato come Berlusconi conoscesse a memoria tutti i suoi sketch del suo primo personaggio di successo al Derby, Fidelio Cam, ma anche della furiosa lite che ha minato molto il loro rapporto. "Prese male, e aveva ragione, il fatto che io passassi in Rai per fare Fantastico; mi massacrò fino a pignorarmi tutto", ha raccontato. La riappacificazione arrivò qualche tempo dopo: "Per fortuna si ricredette e un giorno mi disse: 'Due miliardi e mezzo di lire te li regalo, l'altro (che gli doveva, ndr) invece me lo ridai firmando con me un nuovo contratto e per ogni giorno passato in azienda ti conteggio dieci milioni di lire. Fu la mia salvezza".

Infine una considerazione sulla Milano di oggi: "È senza anima, manca quello che faceva star bene le persone: saper ridere e divertirsi, la leggerezza".

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