Pierfrancesco Favino: "Sembro affidabile, ma sono stato un bugiardo cronico. Ho finto di avere soldi che non avevo e ho tradito" L'attore presto sarà al cinema con "Il Maestro". E in una sentita intervista ha rivelato che in gioventù era "il ragazzo romano che l’amica ti diceva: ‘Non ci uscire, con quello!’" -- Pierfrancesco Favino: "Sembro affidabile, ma sono stato un bugiardo cronico. Ho finto di avere soldi che non avevo e ho tradito"
l 13 novembre arriva al cinema "Il maestro", un film di Andrea Di Stefano, che racconta la seconda possibilità del tennista Raul Gatti, ex tennista, che inizia a fare il maestro di un 13enne salvando così anche la sua vita. Gatti è interpretato da Pierfrancesco Favino. "A me è piaciuta la possibilità di raccontare ciò che non si vede e, in un momento di ossessione per performance e successo, il viaggio di due persone che non sono due fenomeni. Nel maestro Raul Gatti sono entrato in una maniera diversa dal solito. Ho spesso fatto vincenti: magari personaggi negativi ammantati di carisma o che cadevano, ma dall’alto. C’è qualcosa di molto intimo, nel perdente Raul Gatti. Forse è una delle prime volte che si vede un aspetto di me, persona non attore, inedito", ha dichiarato l'attore al Corriere della Sera.
Il tennis è uno sport individuale e questo si porta con sé il peso della solitudine, del carico mentale da sopprtare prima, durante e dopo il match. "Quando Panatta dice che il tennis è lo sport del diavolo, ha ragione. È una battaglia spaventosa con la propria testa. L’attore vive spesso una condizione di solitudine, ma a differenza degli atleti non siamo mai soli nel momento della performance. Io passo metà anno in una camera d’albergo. È impossibile non fare i conti con te stesso e la tua vita vera, che in quell’istante sta andando avanti senza di te. Non ho un brutto rapporto con la solitudine, ma ho dovuto imparare. Anni fa mi metteva a disagio".
Favino ha imparato a sper stare da solo "praticando la solitudine". "La pativo moltissimo, mi rendeva triste. Una delle ragioni per cui faccio l’attore è la dimensione di gruppo: il film è un lavoro di squadra. Amo andare sul set alle 8 di mattina e trovarci la troupe. Quando sono in trasferta scelgo l’appartamento, non l’albergo: ho bisogno di fingere che le mie abitudini non muoiano. Faccio la spesa, cucino... Una grande mano me l’hanno data le mie figlie, facendomi sentire sparso, ramificato nel mondo. È buffo ma è così", ha aggiunto l'attore.
La scelta di voler lavorare nel mondo dello spettacolo l'ha fatta da bambino, da quando aveva sette anni. "Mi ero accorto di far ridere, e questa dote gratificava me e i miei. Ero un intrattenitore: riuscivo a mitigare le ansie famigliari, a far stare bene le persone. Era una chiave di successo e di accettazione - ha ricordato -. In classe imitavo il professore: la mia patente di socialità. Non ero il figone della scuola, sopperivo così. Ultimo di quattro figli, con tre sorelle: fare il simpatico, arrivando in una tribù consolidata, mi ha dato un ruolo. Il mio spazio, la mia voce, li ho trovati così".
“Sembro affidabile, ma sono stato totalmente inaffidabile”
In questi lunghi anni di carriera ha interpretato ruoli diversi ed è questo che più lo affascina: "Non sono Buscetta, Craxi, il Libanese e nemmeno Raul Gatti: sono la possibilità di diventare ciascuno di loro. Ogni volta, è un cassetto di opportunità che si apre. Craxi, per esempio, ha spalancato lo scenario di quello che potrà essere il rapporto con le mie figlie quando le mie forze verranno meno. Sembro affidabile, ma sono stato una persona totalmente inaffidabile", ha confessato.
"Ho avuto storie contemporaneamente, sono stato un bugiardo cronico, ho finto di avere soldi che non avevo, ho dato appuntamenti a cui non mi sono mai presentato. Ero il ragazzo romano che l’amica ti diceva: ‘Non ci uscire, con quello!’ Sono ancora di tutto un po’. L’identità è una convenzione sociale repressiva!", ha rivelato ancora senza farsi sconti.
La storia d'amore con Anna Ferzetti
Favino da 25 anni è legato ad Anna Ferzetti, la coppia ha due figlie, Greta, nata nel 2007, e Lea, nata nel 2013. Da sempre riservatissimi, i due vivono il loro amore lontano dai riflettori.
In una recente intervista a Repubblica, Favino si è lasciato andare a una dedica d'amore bellissima e inaspettata. Abbiamo da sempre costruito il nostro rapporto, personale e professionale, sul supporto reciproco e sul non voler confondere i piani. Abbiamo un progetto di vita insieme, meraviglioso, che non ha a che fare con il mestiere. Ho sempre creduto in lei, sono felice che ve ne accorgiate anche voi".
È stata accanto a me nelle delusioni e nei trionfi, io sono con lei nelle stesse circostanze. In casa il rapporto è sempre stato paritario. Anche per questo abbiamo voluto far viaggiare i nostri percorsi in parallelo, quando sarebbe stato più semplice lasciare spazio all'uno o all'altro. È bello che Paolo le abbia dato quest’opportunità, sapevo che lei l'avrebbe colta con tutto il suo talento", aveva aggiunto l'attore.
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