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Selvaggia Lucarelli: "Ecco la chat d'odio delle influencer femministe contro Murgia e altri". La risposta: "Che gossip" L'opinionista denuncia in un lungo articolo sul Fatto Quotidiano presunte "call out" di un gruppo di note attiviste contro figure di spicco -- Lucarelli contro tre influencer femministe: "Chat d'odio contro Murgia e altri", la risposta

 

E' guerra tra Selvaggia Lucarelli e un gruppo di note attiviste online e influencer femministe ree, secondo quanto denunciato dall'opinionista in un lungo articolo pubblicato questa mattina su Il Fatto Quotidiano, di aver scatenato quelle che chiama call out, ovvero mobilitazioni di massa per accusare questo o quel soggetto entrato nel loro mirino. Insomma, qualcosa che assomiglia molto, nella sua descrizione, all'incitamento all'odio online, con l'unica differenza di riportare accuse specifiche su cui focalizzare l'odio.

Selvaggia Lucarelli attacca Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Flavia Carlini

La giornalista fa nomi e cognomi, di tre personaggi noti online, tutte donne, alcune delle quali hanno già prontamente risposto all'articolo di Lucarelli con contenuti sui loro profili social. I nomi sgranati dalla giornalista, sono quelli di Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte. La giornalista cita nel suo articolo anche i nomi di Flavia Carlini, Karem Rohana e Giuseppe Flavio Pagano, tutti impegnati nel mestiere di “attivista online”. Il succo dell'articolo sono i messaggi che questi cinque influencer si sono scambiati in una chat privata nel periodo che va da marzo 2024 a gennaio 2025. I cinque partecipanti alla chat, riporta la giornalista, sono al centro di un'indagine partita su denuncia di due persone. Il primo denunciante è  un uomo, che sostiene di essere stato ingiustamente e pubblicamente accusato dal gruppo di essere un abusante, con tutte le conseguenze del caso. La seconda denunciante invece è Serena Mazzini, esperta di social media e collaboratrice fidata di Selvaggia Lucarelli, che venne accusata di partecipare attivamente a una chat telegram dedita all'omofobia, al bodyshaming, all'hate speech e ad altre amenità.E' successo- secondo quanto riporta Lucarelli- che di tali contenuti non sia stata trovata traccia e gli inquirenti sono finiti invece a leggere le chat delle influencer Vagnoli e Fonte che si scatenano in discorsi di odio contro molti personaggi in vista del mondo dell'attivismo femminista ma anche della cultura e del giornalismo.

Palate di rancore si leggono per esempio, all'indirizzo di Michela Murgia e della sua famiglia queer, a iniziare da Chiara Valerio.  E ancora, nel loro mirino sarebbero finiti personaggi come Roberto Saviano, I Tlon, Francesca Scandivasci, Francesca Bubba, Giulia Siviero, Eddi Marcucci, Francesco Oggiano, Valerio Nicolosi, Paolo Mieli, Cecilia Sala di cui si invidia la gran fortuna (in ottica di salto di carriera) di essere stata prigioniera in Iran, per finire con i tanti messaggi riportati nell'articolo che riguardano direttamente Selvaggia Lucarelli e l'amica e collaboratrice Serena Mazzini.

Alla divulgazione di questi messaggi intrisi di rancore, risponde, in una storia Carlotta Vagnoli che scrive di essere “piuttosto sconcertata dall'inutilità di quel pezzo sul Fatto: tutte le persone che mi stanno sulle balle lo sanno molto bene. Wow che gossip” e aggiunge “Bizzarro invece, come una persona estranea al processo abbia avuto accesso a materiali secretati fino a decisione del Gip, abbia estrapolato addirittura materiali non inseriti negli atti utili alle indagini perché ritenuti inininfluenti, calpestato il diritto delle persone in indagine e messo a rischio l'incolumità delle indagate”.  Aggiunge poi che tre delle persone citate dell'articolo non sono indagate e poi annuncia che “anche questa pagina di giornalismo finirà davanti al giudice”

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