È nata il 13 gennaio 2004 e tra meno di un mese spegnerà 22 candeline, ma può già vantare una carriera costellata di premi prestigiosi, riconoscimenti importanti e un forte consenso di pubblico. Tecla Insolia, cantante - anche se oggi il percorso musicale appartiene al passato - e soprattutto attrice, si è imposta grazie a “L’arte della gioia” di Valeria Golino, dove ha interpretato la protagonista Modesta, ruolo che le è valso due David di Donatello (miglior attrice e miglior attrice rivelazione) e un Nastro d’Argento. È inoltre tra i volti di Familia, il film di Francesco Costabile scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar 2026. A Natale tornerà sul grande schermo con “Primavera”, opera prima di Damiano Michieletto, mentre nel 2026 è attesa anche in Idda, diretto da Irene Dionisio.
Le dicono che è “bellezza antica, un’anima antica”, che “somiglio a una persona di altri tempi”. Ma Tecla sottolinea che invece lei vive "in questo tempo, totalmente, e non mi sento affatto saggia: non lo sono. Sarà che ho cominciato presto, deve essere questo. A dieci anni, ero in seconda media, ho fatto la prima trasmissione: si chiamava Pequeños gigantes, c’era Belén”.
A D di Repubblica, l'attrice ha parlato di sé, della sua carriera e della scelta importante di abbandonare la musica: “Facevo una scuola di recitazione amatoriale, nel mio paese. Cantavo, volevo cantare. Poi c’è stato Sanremo. Non andavo ai compleanni dei compagni, studiavo solo. Prima di cantare vomitavo. Ecco, quello che ho imparato in questi dieci anni è che non voglio più sbagliare direzione, non voglio più investire in qualcosa che mi fa stare male come ho fatto con il canto”.
Ma io, come tutti, non ho il controllo su niente. Posso solo investire negli altri, e nella vita: nella conoscenza, nello studio, nei viaggi, nell’amore. Se no, se non vivi, cosa porti nel lavoro, nell’arte?”, ha aggiunto ancora con estrema saggezza.
Il film che ha cambiato la sua vita
Dei molti film a cui ha già lavorato, uno le ha cambiato la vita: “L'albero”, opera prima di Sara Petraglia.
In questi anni, anche lei lo ammette, “è cambiato tanto e non è cambiato niente. Forse solo ho più paura di sbagliare, ecco. Leggo tanti copioni, mi piacerebbe saper scegliere quello che genera qualcosa di nuovo, che ha un’anima”. “È vero: L’Albero è stato per me un film fondamentale. Arrivavo da L’Arte della gioia, ero piena di quella grandezza d’animo, e ho girato con Carlotta, con cui ho un legame fortissimo, e poi è successo l’amore”.
L'amore per Sara Petraglia
Eh sì, perché lei e la regista si sono innamorate: “È stato bellissimo trovare Sara. È stata una magia. Sto con lei da due anni. Capita, l’amore. Abbiamo fatto un film nell’amore, stupendo. Sara è una persona che mi dà molta tranquillità, fiducia. Mi sento stabile, con lei: ho sempre voglia di tornare”.“Ha un gatto che si chiama Willy”, racconta ancora l'attrice, “Va e viene, non è di nessuno, sta con chi vuole. A casa non si può stare tanto, nemmeno io posso, ma è bello avere una creatura di cui prendersi cura, no? È bello avere qualcuno di cui fidarsi. Poi lo so, le cose possono finire. Ma io non voglio essere prudente, voglio avere fiducia. Voglio credere nel futuro. Nella passione, e nell’arte”.
Le persone giovani oggi, credo, sono più coscienti dei pericoli rispetto alle persone giovani di ieri. Lo so che non tutto dipende da me, anzi: poco. Non guardo i social, mi feriscono, uso poco il cellulare. A volte non rispondo, me lo rimproverano, ma poi alla fine prendo una bicicletta e arrivo. Devo costruire chi sono. Viaggiare, vivere”, aggiunge poi Insolia.
I miei genitori mi dicono sempre lavora, lavora. Fai tutto. Alcune colleghe mi dicono: bisogna battere il chiodo quando è il momento. Mi domando, quale chiodo? Se il chiodo è piantato, dove batti? Sento il bisogno di studiare. Io ho smesso presto, non mi sono nemmeno laureata, da piccola già lavoravo. Vengo da una famiglia semplice. Vorrei imparare ogni giorno una cosa nuova”, ha confidato ancora l'artista.
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